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lunedì 12 dicembre 2011

la pioggia e la terra

hai detto così:

voglio sentire la pioggia che cade sulla terra e le gocce di acqua che mi attraversano

la pioggia era delicata stamani, la terra smossa, grassa, quella terra fertile e generosa che amavi tanto

lo sguardo di Anna cercava di comprendere dove fosse questo Spirito, dove inizia e finisce questo corpo fragile, temporaneo

poche voci, una preghiera cattolica
e la mia preghiera: vai, mamma, vai.

domenica 11 dicembre 2011

il dolore

non sento dolore perchè non sento di aver perduto

il rapporto con mia madre continua, semplicemente cambia forma

vedo negli occhi di chi guarda, vedo che mi chiedono il dolore
ma non ho dolore, non ho lutto

il mio dolore è stato la mattina del dieci dicembre, tra le cinque e le dieci e trenta
il dolore di non riuscire, la paura di non essere capace
perchè il tuo respiro è affanno, e il rumore dei tuoi polmoni era acqua

il dolore perchè non potevo fermare l'emorragia e non potevo sgomberare i tuoi reni

il dolore per ogni fiala che aprivo
per ogni siringa, ogni ago
per tutto quello che tentavo di fare e non andava a buon fine

vedere forte il tuo attaccamento alla vita
te che non mollavi, non ti lasciavi cadere nel sonno dei farmaci
te che cercavi aria e aria e aria e aria

quello è stato il mio dolore

e dormiva il mondo

e il sole che non si decideva a illuminare la stanza, il sole implorato

le parole non mi bastano stasera

lascio che sia chiuso il coperchio di legno di ontano,
lascio che la croce semplice lasci l'orma sul tuo petto

non ho dolore perchè non sento di aver perduto

venerdì 9 dicembre 2011

alleggerirsi

e andare
lasciare andare

non so dire se scelto o non scelto, questo calvario prosegue

ora

ieri sera la chiamata al 118 perchè il respiro era roco, continuava a vomitare acqua
poi le infermiere, la pompa sottocute che manda in continuazione i farmaci in circolo
la pipì che non c'è più
l'edema polmonare
l'inizio di scompenso cardiaco

e il tuo cuore che batte, batte veloce e forte

la stufa che affumica la casa
sono due giorni che si è intasato qualcosa e il fumo ritorna in casa

sono due giorni.

le carte di mio padre girano e rigirano
la pinapola, il re bello

il settebello

tutto che gira, come il suo sguardo,
in cerca delle tracce di vita, le tracce di lei

le borsine piene di scatolette di fiale, aghi arancioni, azzurri

azzurri come il bordo degli occhi di lei

io sono in pace, mamma, puoi lasciare questo peso o puoi portarlo ancora il tempo che serve a te,
io sono in pace, ti bagno le labbra e mi piace ancora vederti muovere le braccia lunghe e asciutte

cerchi qualcosa da fare con ampi movimenti
qualcosa che immagini o ricordi

io non cerco nulla, mamma.


martedì 6 dicembre 2011

So

So che le energie di oggi sono un regalo
so che tutti i giorni sono un regalo
che te ne hanno contati meno di quanti ne abbiamo già vissuti insieme

non chiedo niente per te
anche se questa notte ho sognato la nonna Paolina e le ho chiesto di portarti con lei

non chiedo niente

vederti così
vederti prosciugata, scarna

vederti cercare il respiro
cercare di muovere una gamba, sollevare un braccio

e sentire che sussurri, sentire che ti viene la rabbia per questa diavolo di malattia
che il nome ti fa paura
la malattia che non volevi è venuta a te

hai pregato tanto, hai detto così al pretucolo
hai pregato tanto


io non chiedo niente

perchè accetto e so che non esiste il caso
e so che non va perduto l'amore, non si perde nessuno

ti auguro, con tutto il mio cuore, di proseguire il tuo viaggio serena
che ci sarai sempre

mi hai detto "non dimenticarmi"

e come potrei?

sei me

non ti dimentico mamma.


domenica 4 dicembre 2011

chi c'è

è strano dire chi c'è,
eppure chi c'è c'è per davvero

e chi non c'è non basta una telefonata, non basta uno sforzo

chi non c'è non c'è

non pesa la mancanza, quale diavolo di mancanza,
sono solo cose che sento, cose che mi sento dentro

come stanotte che sognavo di Beppe e dicevo tra me: Cavolo! Lo sapevo che non eri morto!

sono pochi, pochissimi
quelli che ci sono

poi alla fine si resta soli, soli con il rimbombo del proprio respiro che sembra un lungo compressore
soli con gli occhi che non si aprono perchè precipitano nelle orbite vuote
soli con le proprie mani che diventano ossa
oh
signoredio













sabato 3 dicembre 2011

la notte

la notte per te non è riposo
non è quiete e ristoro
la notte per te è paura di morire


giovedì 1 dicembre 2011

avanza.

e sì,
avanza.

il giro di carte continuo, il tempo che passa e le figure che tornano e ritornano
nelle tue mani bianche, il tremore
la confusione nel pensiero
il sorriso forzato

stasera lei sembra proprio consumata da dentro
da cinque giorni non mangia nulla
eppure dorme, eppure sogna, io penso
in quella nebbia che diventa sempre più nebbia

guardo, osservo,
è l'unica cosa che posso fare

fare.