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domenica 2 dicembre 2012

Il destino

Uno spazio, lento, come lento l'andare
così inizia il nuovo tempo

mi ha detto, lei, che il significato è fermarsi
la richiesta è rallentare, non fare alcunchè fuori e rivolgere
ri volgere
dentro lo sguardo
dentro l'attesa

ho riflettutto stamani queste parole
che dette dalla voce gentile di un essere stanco e affranto
mi hanno indicato un percorso, suggerito un piccolo sentiero

e ho pensato
penso di avere pensato
che il destino a livello di anima fosse già compiuto
che fosse rimasto solamente un brandello, la vita di lui che non vuole vivere
e rimane qui solo per dare significato al mio precario essere qui

allora prende forma anche la voce di lui, quell'altro
che dice "mettiti i pesi, altrimenti voli via"
prende forma il senso di precario, di instabile, di confine, di bilico

tutte belle parole, tutte affini allo stare di un'anima che già ha salvato se stessa
dalla bruttura dell'andar via senza coscienza

ora mi chiedo e indago

ma la direzione è quella dello stare ferma
niente spinte della volontà

solo ferma, come zazen ma senza zazen
per lasciare che lei, Lei, Domina, domini

e scelga se restare per altro Nobile destino

oppure sciogliere i nodi allentati
e svelare le vele
via

che nessuno si perda è scritto in me

allora rallento
mangio avena la mattina e riso integrale a pranzo
osservo le loro risate, i loro modi in via di modellamento
e cerco il lento
il non fare
il non opporre

non opporsi al non opporre


e lasciare che sorga il silenzio del Nuovo Destino.

Sei Lei vorrà scegliere...

mercoledì 6 giugno 2012

Complicazioni

A trentaquasisei anni
trovarsi dentro un qualcuno che non conosci, allora sono andata a cercare la definizione di schizofrenia e i relativi sintomi, ma non ho allucinazioni e non credo in cose assurde (... va beh, lasciamo stare la questione dei muri)..
Un qualcosa che non va è certo
ma se sono quello che sono sarà anche per quel qualcosa di anomalo che mi porto dentro.

Il fatto è che non si può dare battaglia a se stessi, non funzionerebbe. Ma non posso lasciare nemmeno che una banda di scalmanati prenda il timone della barca ogniqualvolta ne abbia voglia...
In base a cosa poi?

La confusione.

Chiamare il Guru furfante sarebbe una buona idea, ma la tendenza all'isolamento ha già sopravanzato l'umiltà necessaria per ascoltare e credere al Signor Furfante.

Chi sono?
Quale sono?
Quanti siamo?

Mi ricorda i tanti "io" di Ouspenskij.
Ma leggere questa cosa non è come trovarsela dentro.

Io, quello che chiamo "io" sono tanti, almeno due sicuri, beccati. E non sanno nulla uno dell'altro.
Andiamo bene.

Lui dice di identificare il gruppo omogeneo di "io" interessati a certuni argomenti e attribuire loro un "potere temporaneo" in attesa che il vero Padrone torni a casa..

Ma dove diavolo sarebbe andato?


venerdì 18 maggio 2012

Vittorio

e uno dei suoi scherzi
così ti vedo sdraiato nella vasca tiepida di Petriolo
e ieri anche su un furgoncino bianco

ti vedo e so che non sei tu

come alla Coop di Rosia vedo Manuela davanti alla verdura e tanti altri 
che sembrano volti conosciuti, sembrano linee famigliari

uno scherzo della mente che definisce e ama le definizioni conosciute
come ama camminare pensieri pensati
comodi come tane usate e formate 

mentre cambia la mia cantilena e 
bene diviene bène
adesso diviene ora
stamattina diviene stamani
e così diviene sicchè
sono andato diviene andai
gridare diviene berciare
e diritto addritto
e stretto strinto

la nebbia diviene chiarezza
il grigiore azzurro pieno


così mi ricordo, eppure tutto cambia
io resto a compiere giravolte, solo in un punto solo
e vado
alla tomba di lei dove chiamo e richiamo
e torna e ritorna ancora

il luartiis, ortiche e rovi e le punte che salgono al cielo
spirali 

ti saluto Vittorio, che sei qui e non sei qui.

sabato 18 febbraio 2012

ambiguità

e risvolti, i risvolti di questa cosa che mi aspetta ogni istante
mi aspetta la mattina e mi aspetta la sera
che sia presenza o assenza
sempre

un filo di respiro
poco

sono stanca, lo scrivo e commetto peccato mortale


questa giostra mi ha sfinito e


e vorrei che solo scorresse come
vorrei che solo quel bianco di natura
quel bianco che chiamiamo neve
solo quello
accecata

solo quello vorrei

e questa cosa che ancora mi aspetta
e che non ha la voce, e che non ha il pensiero

questa cosa, scura come i voladores della notte

come loro fumo
come loro scacciata

santodio
questa cosa
vattene.


mercoledì 8 febbraio 2012

e precipizio

mancano
non ci sono
in effetti "mancano" significa che in qualche modo ci dovrebbero essere
semplicemente non ci sono

non ci sono e non ci sono il soggetto, l'azione

mi sottraggo

la capacità di dire "no"
e restare indenne, integra

le carte sono ferme, basta piroette, basta scale e soluzioni

la neve tanta e sono cadute altre noci
un bel cesto

e cielo

lunedì 12 dicembre 2011

la pioggia e la terra

hai detto così:

voglio sentire la pioggia che cade sulla terra e le gocce di acqua che mi attraversano

la pioggia era delicata stamani, la terra smossa, grassa, quella terra fertile e generosa che amavi tanto

lo sguardo di Anna cercava di comprendere dove fosse questo Spirito, dove inizia e finisce questo corpo fragile, temporaneo

poche voci, una preghiera cattolica
e la mia preghiera: vai, mamma, vai.

domenica 11 dicembre 2011

il dolore

non sento dolore perchè non sento di aver perduto

il rapporto con mia madre continua, semplicemente cambia forma

vedo negli occhi di chi guarda, vedo che mi chiedono il dolore
ma non ho dolore, non ho lutto

il mio dolore è stato la mattina del dieci dicembre, tra le cinque e le dieci e trenta
il dolore di non riuscire, la paura di non essere capace
perchè il tuo respiro è affanno, e il rumore dei tuoi polmoni era acqua

il dolore perchè non potevo fermare l'emorragia e non potevo sgomberare i tuoi reni

il dolore per ogni fiala che aprivo
per ogni siringa, ogni ago
per tutto quello che tentavo di fare e non andava a buon fine

vedere forte il tuo attaccamento alla vita
te che non mollavi, non ti lasciavi cadere nel sonno dei farmaci
te che cercavi aria e aria e aria e aria

quello è stato il mio dolore

e dormiva il mondo

e il sole che non si decideva a illuminare la stanza, il sole implorato

le parole non mi bastano stasera

lascio che sia chiuso il coperchio di legno di ontano,
lascio che la croce semplice lasci l'orma sul tuo petto

non ho dolore perchè non sento di aver perduto