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lunedì 6 giugno 2011

certe cose

certe cose, scriveva King, sono difficili da dire
difficili e a volte, come oggi, impossibili

difficili, impossibili e forse inutili, come grovigli nelle matasse, un filo solo che si avvolge per dispetto o

difficili e restano le parole non, le parole che non si pensano nemmeno, rimane quella cosa senza nome che si siede sullo stomaco, leva l'appetito

alla faccia di tutto quello che anche oggi ho letto sul pensiero positivo e sull'ottimismo e sulla creazione, santo dio, dove ho sbagliato?

mi fermo, mi fermo e chiudo imposte e tendoni e persiane
mi fermo e mi ritiro nel nido silenzioso dove tutto ritrova forma nella non forma e pace nel non definire

evito di unirmi a cori che non condivido, evito di falsare la mia stessa voce

mi verrebbe una canzone, mi verrebbe anche un video e sarebbe ancora farsi del male, ancora indugiare


allora lascio solo queste mie traballanti righe a quello che resta del tuo nome


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